Questo bellissimo we appena passato ho fatto un ritorno alle origini. Dopo la scomparsa di nonna, mi sono ripromessa di far tornare a vivere, per quanto possibile, la mia mammina e così d'accordo anche con papà abbiamo deciso di fare una rimpatriata in Abbruzzo, dai parenti di mamma tutti dislocati tra Teramo e dintorni. Quando ritorno da queste parti non posso fare a meno di apprezzare il profumo dell'aria di montagna, la tranquillità e il ritmo lento della vita di paese o di provincia. Tutto scorre con calma, tutto è portata di mano. Qui la solitudine delle grandi città scompare, basta scendere un attimo e subito incontri Tizio, giri l'angolo e saluti Sempronio, arrivi in fondo alla strada e incontri Caio. Insomma c'è sempre un saluto per te. Siamo stati per tre giorni insieme a zie e cugini di mamma, circondati dall'affetto di tutti.
A Campli piccolo paesino dove vive mio zio c'è una bellissima scala santa
voluta da Papa Clemente XVI. Questa scala è così bella che la consiglio vivamente, sia ai credenti che ai non credenti, dato il suo valore artistico.
Il ruolo di custode del sacro edificio fu attribuito alla Confraternita delle Sante Stimmate di San Francesco da un signore di Campli.
La scala, costituita da ventotto gradini in legno di dura quercia, deve essere salita in ginocchio e a capo chino, le donne col volto coperto, pregando secondo il volere del Papa e chiedendo perdono dei propri misfatti. Si può ottenere l'indulgenza parziale oppure l'indulgenza plenaria, se salita nei venerdì di quaresima, con lo stesso valore di quella ottenibile pregando sulla ben più famosa Scala Santa di Roma.
Bellissime le simbologie che motivano ogni singolo elemento della Scala e della sua decorazione. Ci sono sei eccezionali dipinti, tre a destra e tre a sinistra della scala, che raccontano altrettanti momenti salienti della Passione di Cristo.
L’ultimo gradino conduce al Sancta Sanctorum dove, dietro una fitta grata, è l’altare del Salvatore, il Cristo Salvator Mundi, l’unico in grado di liberare il peccatore dal peso dei suoi misfatti.
Accanto alla grata un dipinto ritrae Papa Clemente e Sant’Elena. La leggenda vuole che Sant’Elena, madre del grande Costantino, colta da pietà durante un pellegrinaggio in Terra Santa, recuperò quel marmo ormai sacro dei 28 gradini della scala, che era necessario fare per accedere al Palazzo del Procuratore Romano di Gerusalemme, dove Ponzio Pilato teneva il suo tribunale e dove, secondo quanto scritto nei vangeli, Gesù fu costretto più volte a salire e a scendere al cospetto di Pilato, consacrando la pietra col sangue che colava dalle sue ferite. Questo marmo recuperato da Sant'Elena fu trasportato a Roma e collocato, di nuovo in forma di scala, nel Palazzo Lateranense.
Arrivato in cima il credente purificato scende la seconda scala in piedi, accompagnato dalle scene della Resurrezione ed osservato da angioletti sorridenti affacciati dal tetto.
Quella di Campli è una delle Scale Sante meglio conservate esistenti oggi in Italia, ma anche una delle meno note. Oggi interamente restaurata è un vero spettacolo vale davvero la pena visitarla.